COME STA L’ITALIA
Il risultato, come sempre, sarà il primo obiettivo da conquistare ma – in ottica ricostruzione – sarà interessante capire se l’Italia mostrerà ulteriori progressi dopo il successo di San Siro, arrivato attraverso un mix di giocatori esperti (Bonucci, Toloi, Acerbi e Jorginho) affiancati da un plotone di giovani, o comunque calciatori con scarsa esperienza a livello internazionale, e con un modulo del tutto nuovo per la gestione Mancini. Il 3-5-2 dovrebbe essere confermato anche perché non si vedono all’orizzonte recuperi dei vari big che sono mancati anche qualche giorno fa: senza i vari Verratti, Pellegrini, Tonali, Politano, e svanita la possibilità di avere almeno Immobile, ci potrebbe comunque essere un cambio di reparto con chance per Bastoni (ballotaggio con Acerbi), Pobega (Cristante) e Gnonto (Scamacca). Resta comunque la possibilità di un 4-3-3 per seguire il copione del match di andata, quando le ripartenze furono la chiave del successo italiano.
LA SFIDA DELL’UNGHERIA
Attenzione però a non sottovalutare gli avversari, visto che l’Ungheria ha dimostrato di saperci fare: bottino pieno nei due match contro l’Inghilterra e quattro punti contro la Germania con l’unica sconfitta arrivata, non in modo netto, proprio contro gli Azzurri. “Non siamo solo Szoboszlai, siamo una squadra unita e organizzata” ha ripetuto Rossi, che in Ungheria ha trovato una “seconda patria” per usare parole sue, dopo il titolo con l’Honved l’ottimo lavoro con la nazionale. Che non vuole smettere di sognare e provare ad agguantare la Final Four.